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ARCHEOLOGIA
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Rhyton a testa di cane
· Museo Jérôme Carcopino (Aléria)
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Rhyton zoomorfo a testa di cane, ritrovato negli scavi della città di Alèria in Corsica, attribuito sbrigativamente dalla didascalia del Museo Jerome Carcopino dove è esposto, a produzione etrusca. In realtà Alèria fu occupata per un periodo dagli etruschi, che già possedevano empori in corsica, dopo la storica battaglia di Alalia (535 a.C.), nella quale alleati con i cartaginesi sconfissero i focesi che si erano attestati sull'isola (dove anch'essi possedevano degli empori) a seguito della migrazione di massa da Focea (sulla costa dell'Asia Minore, vicino Smirne) cinta d'assedio dal condottiero persiano Arpago che aveva invaso la Ionia su comando del Re Ciro del quale, l'intraprendente generale, aveva favorito l'ascesa al trono diramando nel sangue una ingarbugliata contesa dinastica (racconta Erodoto). La battaglia è altresì nota per la crudeltà di etruschi e cartaginesi che dopo aver deportato a Cere (l'odierna Cerveteri) i marinai focesi catturati, colà nella piazza del mercato, preceduto da un rito sacro, li giustiziarono mediante lapidazione. Tornando al rhyton è possibile ( così come molti altri manufatti attribuiti erroneamente in passato a produzione etrusca), che gli etruschi li abbiano solo commercializzati nel mediterraneo (tenendo presente che fino all'inizio dell'ottocento i famosi vasi attici erano creduti di produzione etrusca, poi correttamente attribuita alla loro esatta provenienza):e che siano, invece, di probabile produzione cipriota come altri reperti sparsi per i musei dell'area del Mediterraneo farebbero ritenere (anche per la fantasiosa miscela di forme, colori e soggetti non comuni alla cultura estetica etrusca peraltro notevole sotto altri punti di vista).
I focesi scampati alla battaglia e profughi dalla Corsica si trasferirono ad Elea, nell'Italia meridionale (Velia per i romani), da loro fondata nel secolo precedente e dove, all'incirca in quegli anni, il filosofo Parmenide fondò la celebre scuola eleatica. |
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