Immagine di copertina:
Vania Bellosi, per grazia ricevuta (2009)
Associando episodi assai lontani nel tempo ma che si ricollegano per medesimi attori e luoghi (i suggestivi ricordi e sentimenti adolescenziali di un soggiorno nella Casa-scuola di Antignano, "sorvegliata" dal Santuario di Montenero, e il disincanto del protagonista, Fulvio, adulto detenuto nel seducente mondo dei numeri), Paolo Codazzi congiunge e sconnette il divenire di alcuni destini comparandolo al "moto inesausto (...) delle nuvole nella loro instancabile vitalità che, se forzata al riposo nell'immagine compiuta di un fotogramma, ce le mostra coerenti e rassegnate al paesaggio su cui incombono".
Il racconto sorprende il lettore ad ogni pagina orientandolo verso esiti smentiti dalla pagina successiva (fino all'atto finale, nel quale si potrà persino immaginare un destino sottomesso alle credenze che in ognuno hanno diritto di coscienza) anche grazie a una scrittura che affabula, scortando il lettore in spazi abbandonati dalle calligrafie del nostro tempo, con una sintassi che partorisce e sorregge la storia, eludendo gli ammiccamenti di cui le cronache sono tragiche testimonianze di realtà.