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  I MIEI LIBRI - IL PRIMO VIAGGIO
  L’AMORE             


Sedevamo sulla soglia
Battuta dal vento
Mentre il fuoco sincero
Bruciava le guance vicine.
Passava la gente senza uno sguardo,
passavano i giorni senza che ci muovessimo…
Passasti tu
Senza curarti della mia solitudine
Indurita da quella gelida soglia.


(post dedica ad un Mandorlo Fiorito dai rami di seta)


 
  Il Primo Viaggio             


Vennero a prendermi di notte
gli occhi doloranti al neon
e alla valigia pronta alla porta.
Il resto della mia infanzia
tutto a posto, archiviato...
salvo un giornaletto sul comodino.
Non riuscivo a guardare la mamma,
stropicciavo gli occhi simulando sonno
e il muto grido
forzando i vetri percossi dal treno
si confuse nel cotone nebbioso
della periferia bassa e buia
cristallizzandosi nell'aria livida;
poi si frantumò nel nulla
sciogliendosi in putride pozze.


Uscimmo di casa muti come fantasmi
mentre il giorno ritrovava i profili
amati e odiati delle case,
i rami scarni dei giardini,
le prime mattiniere biciclette.
La città fuggì immobile
con le sue lacrime sincere
accese oltre le persiane deteriorate
baluginanti nella nebbia.
Volava l'auto neroverde
tra i prati abituali
ed immobili palloni
saltavano nei miei pensieri
miscelandosi con il rossoverdegiallo dei crocevia.
I primi frettolosi passanti
volgevano curiosi il cappello,
dovevano sapere...
li riconobbi tutti
ed avrei voluto gridar loro:
Fermatemi! Non voglio partire!


Finalmente il treno ringhiò nella nebbia
che inghiotti la mamma:
sola in una folla invisibile e scontrosa...
chissà quanto rimase
con la mano tesa in saluto.
Appena seduto
mi staccai dall'uomo, avrei voluto piangere...
ma il dolore si solveva
con le prime parole:
vedrai bello il mare,
e quanti ragazzi come te sono ad attenderti...
pensa abbiamo anche la televisione!
Allora pensai alla mamma
alle soste che la riportavano a casa:
una casa per un anno vuota.


 
  Poesie             

Ricostruzione - patto atlantico - O.N.U. - guerra fredda - sinistra - è affondata l'Andrea Doria


 
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